Il diabete di tipo 2 è associato ad un aumentato rischio di malattia cardiovascolare.
Il ruolo delle statine, cioè di farmaci in grado di abbassare i livelli plasmatici di colesterolo, nella prevenzione primaria della malattia cardiovascolare nei pazienti con diabete, non è ben definito.
Lo studio CARDS ( Collaborative Atorvastatin Diabetes Study ) ha valutato l’efficacia dell’Atorvastatina ( Lipitor , 10mg/die ) nei pazienti con diabete di tipo 2 senza alte concentrazioni di colesterolo LDL.
Sono stati arruolati 2.838 pazienti di età compresa tra i 40 ed i 75 anni.
Questi pazienti sono stati assegnati in modo random ad Atorvastatina ( 10mg/die ) ( n = 1.428 ) o a placebo ( n = 1.410 ).
I pazienti non presentavano storia di malattia cardiovascolare, avevano una concentrazione di colesterolo LDL di 4.14mmol/l o più basse, valori di trigliceridemia a digiuno di 6.78mmol/l o inferiori ed almeno uno dei seguenti fattori di rischio: retinopatia, albuminuria, fumo, ipertensione.
L’end-point primario era rappresentato dal tempo al primo presentarsi di : eventi coronarici acuti, rivascolarizzazione coronarica o ictus.
Lo studio è stato interrotto due anni prima del suo termine naturale a causa del raggiungimento dell’end-point prefissato.
La durata media del follow-up è stata di 3.9 anni.
Almeno un evento cardiovascolare maggiore si è presentato in 127 pazienti allocati al placebo ( 2.46 per 100 persone-anno a rischio ) ed in 83 pazienti allocati all’Atorvastatina ( 1.54 per 100 persone-anno a rischio ).
Il trattamento per 4 anni con Atorvastatina è in grado di prevenire almeno 37 eventi vascolari maggiori per 1000 pazienti.
Gli eventi coronarici acuti sono stati ridotti dall’Atorvastatina del 36%, la rivascolarizzazione coronarica del 31% e l’incidenza di ictus del 48%.
Inoltre, l’Atorvastatina ha ridotto l’incidenza di morte del 27%.
Secondo gli Autori l’Atorvastatina ( 10mg/ die ) è sicura ed efficace nel ridurre il rischio degli eventi cardiovascolari nei pazienti con diabete di tipo 2 senza alti livelli di colesterolo LDL.( Xagena2004 )
Colhoun H M et al, Lancet 2004 ; 364 : 685-696
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