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Basso dosaggio di Interleuchina-2 nei pazienti con diabete di tipo 1


Un equilibrio non-corretto delle cellule T regolatrici / effettrici ( Treg/Teff ) è fondamentale nello sviluppo delle malattie autoimmuni, incluso il diabete mellito di tipo 1.

È stato precedentemente dimostrato che bassi dosaggi di Interleuchina 2 ( IL2 ) inducono l’espansione e l’attivazione delle cellule Treg, e producono miglioramento clinico nei pazienti con vasculite indotta dal virus dell’epatite C ( HCV ).

È stato condotto uno studio per stabilire quale dose di IL2 fosse sicura e inducesse le cellule Treg in pazienti con diabete di tipo 1, tenendo in considerazione che: (a) il diabete di tipo 1 potrebbe essere legato all’alterazione del pathway di attivazione di IL2/IL2R; (b) l’attivazione di cellule Teff patogeniche da parte di IL2 potrebbe esacerbare la malattia; e (c) la sicurezza di una bassa dose di IL2 non è nota nel diabete di tipo 1.

Lo studio a singolo Centro di fase 1-2 ha coinvolto 24 soggetti ( età compresa tra 18 e 55 anni ) con diabete di tipo 1 insulino-dipendente e almeno un autoanticorpo correlato al diabete.

I pazienti sono stati assegnati in maniera casuale e in rapporto 1:1:1:1 a placebo oppure a Interleuchina-2 alla dose di 0.33 MUI/die, 1 MUI/die o 3 MUI/die per un ciclo di 5 giorni, e sono stati seguiti fino a 60 giorni.

Tutti i ricercatori e i partecipanti non erano a conoscenza del trattamento assegnato.

L’esito primario era il cambiamento nelle cellule Treg, misurato con citometria a flusso ed espresso come una percentuale di cellule T CD4+, dal giorno 1 al giorno 60.

Sei pazienti sono stati assegnati a ciascun gruppo nel periodo 2011-2012.

IL2 è risultata ben tollerata a tutte le dosi, senza eventi avversi gravi.
Tuttavia, è stata osservata una associazione dose-risposta per gli eventi avversi non-gravi durante la fase di trattamento ( giorni 1-6 ); 1 paziente nel gruppo placebo, 3 nel gruppo 0.33 MUI, 5 nel gruppo 1 MUI e 6 in quello 3 MUI hanno mostrato eventi avversi non-gravi.

Gli eventi avversi più comuni nella fase di trattamento sono stati reazione al sito di iniezione ( nessun paziente con placebo versus 3 pazienti con 0.33 MUI e 1 MUI vs 2 pazienti con 3 MUI ) e sindrome simile a influenza ( nessun paziente con placebo vs 1 con 0.33 MUI e 1 MUI vs 4 con 3 MUI ).

Dopo la fase di trattamento, non sono emerse differenze negli eventi avversi tra i gruppi.

La Interleuchina-2 non ha indotto cambiamenti deleteri nelle variabili legate al metabolismo del glucosio.

IL2 ha indotto un aumento dose-dipendente nella proporzione di cellule Treg, significativa a tutte le dosi rispetto a placebo ( aumento medio con placebo 0.5%; con 0.33 MUI 2.8%, p=0.0039; con 1 MUI 3.9%, p=0.0039; con 3 MUI 4.8%, p=0.0039 ).

In conclusione, è stato definito un intervallo di dose ben tollerato ed efficace dal punto di vista immunologico per l’impiego di Interleuchina-2 nella terapia e nella prevenzione del diabete mellito di tipo 1, che potrebbe essere rilevante per altri disturbi nei quali un aumento delle cellule è desiderabile. ( Xagena2013 )

Hartemann A et al, The Lancet Diabetes & Endocrinology 2013; 1: 295-305

Endo2013 Farma2013


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