L’aumento della microalbuminuria, un marker di rischio cardiovascolare, è attenuato dalla riduzione della pressione sanguigna dopo impiego dei farmaci che bloccano il sistema renina-angiotensina.
Un end point secondario prespecificato dello studio GEMINI ( Glycemic Effects in Diabetes Mellitus Carvedilol-Metoprolol Comparison in Hypertensives ) ha esaminato l’effetto di differenti beta-bloccanti sulle variazioni dell’albuminuria in presenza di un blocco del sistema renina-angiotensina.
I partecipanti con ipertensione e diabete di tipo 2 sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Metoprololo ( Seloken ) ( n = 737 ) o Carvedilolo ( Dilatrend ) dopo un periodo di washout in cui sono stati sospesi tutti i farmaci antipertensivi ad eccezione degli Ace-inibitori o dei bloccanti il recettore dell’angiotensina.
Il periodo di follow-up ( osservazione ) è stato di 5 mesi.
Una maggiore riduzione nella microlabuminuria è stata osservata nei pazienti trattati con Carvedilolo ( -16.2%; p = 0.003 ).
Tra i pazienti che al basale avevano normali valori di microalbuminuria, il trattamento con Carvedilolo, rispetto al Metoprololo, ha ridotto il numero dei pazienti che hanno sviluppato microalbuminuria ( 6.6% versus 11.1%, rispettivamente; p = 0.03 ).
Lo sviluppo di microalbuminuria non è risultato associato a differenze nella pressione sanguigna o al raggiungimento della pressione sanguigna target ( 68% Carvedilolo versus 67% Metoprololo ).
Nello studio, la presenza della sindrome metabolica al basale era il solo predittore indipendente di peggioramento dell’albuminuria ( p =0.004 ).
I dati dello studio hanno indicato che i vari beta bloccanti hanno effetti differenti sulla microalbuminuria in presenza di blocco del sistema renina-angiotensina.
Queste differenze non possono essere spiegate dall’effetto sulla pressione sanguigna, ma potrabilmente dipendere dalle proprietà antiossidanti del Carvedilolo. ( Xagena2005 )
Bakris GL et al, Hypertension 2005; 46: 1309-1315
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