Uno studio si è proposto di valutare l'effetto della funzione cognitiva di base e il declino cognitivo come rischio conseguente della ipoglicemia grave e valutare l'effetto di diverse strategie glicemiche su questi rapporti.
Un'analisi di coorte prospettica dei dati dello studio ACCORD ha incluso 2.956 adulti di età superiore o uguale a 55 anni con diabete mellito di tipo 2 e altri fattori di rischio cardiovascolare.
Sono stati effettuati test cognitivi ( Digit Symbol Substitution test, DSST; Rey Auditory Verbal Learning Test; Stroop test; Mini Mental Status Examination) al basale e a 20 mesi.
Gli endpoint dello studio erano ipoglicemia incidente grave confermata che richiedeva assistenza medica ( HMA ) e ipoglicemia che non richiedeva alcuna assistenza ( HAA ).
Dopo una mediana di follow-up di 3.25 anni, un punteggio al basale peggiore di 5 punti al test DSST è stato predittivo di un primo episodio di HMA ( hazard ratio, HR=1.13 ).
Le analisi degli altri test cognitivi e di HAA sono state coerenti con i risultati del test DSST.
Un declino cognitivo in 20 mesi ha aumentato il rischio successivo di ipoglicemia, in misura maggiore nei soggetti con più bassa funzione cognitiva basale ( P per interazione: 0.037 ).
La randomizzazione a una strategia glicemica intensiva rispetto alla strategia classica non ha avuto effetti sul rapporto tra funzione cognitiva e rischio di grave ipoglicemia.
In conclusione, la scarsa funzione cognitiva aumenta il rischio di ipoglicemia grave nei pazienti con diabete mellito di tipo 2.
I medici dovrebbero prendere in considerazione la funzione cognitiva nel valutare e guidare i loro pazienti per quanto riguarda la sicurezza dell'auto-gestione del diabete, indipendentemente dai loro obiettivi glicemici. ( Xagena2012 )
Punthakee Z et al, Diabetes Care 2012; 35: 787-793
Endo2012 Neuro2012