L’acido glutammico decarbossilasi ( GAD ) è uno dei principali bersagli della risposta autoimmune che si manifesta nel diabete mellito di tipo 1.
In modelli animali di autoimmunità, il trattamento con un antigene target può modulare l’autoimmunità aggressiva.
È stato condotto uno studio per valutare se l’immunizzazione con una formulazione di acido glutammico decarbossilasi con idrossido di alluminio ( GAD-alum ) fosse in grado di preservare la produzione di insulina nel diabete mellito di tipo 1 di recente insorgenza.
Pazienti di età compresa tra 3 e 45 anni con diagnosi di diabete mellito di tipo 1 da meno di 100 giorni sono stati arruolati in 15 Centri negli Stati Uniti e in Canada e sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere uno dei 3 trattamenti previsti dallo studio: 3 iniezioni di 20 microg di GAD-alum, 2 iniezioni di 20 microg di GAD-alum e 1 di alum, oppure 3 iniezioni di alum.
Le iniezioni sono state effettuate per via sottocutanea al basale, 4 settimane più tardi e 8 settimane dopo la seconda iniezione.
L’esito primario era la media geometrica dell’area sotto la curva ( AUC ), al basale, del peptide C dopo le prime 2 ore di un test di tolleranza a pasto misto di 4 ore a 1 anno.
Gli esiti secondari includevano cambiamenti nell’emoglobina glicata A(1c) ( HbA1c ) e nella dose di Insulina, e la sicurezza.
Le analisi hanno incluso tutti i pazienti randomizzati con misurazioni disponibili.
In totale, 145 pazienti sono stati arruolati e trattati con GAD-alum ( n=48 ), GAD-alum più alum ( n=49 ) oppure solo alum ( n=48 ).
A 1 anno, l’area sotto la curva di peptide C a 2 ore, aggiustata per età, sesso e valore del peptide C al basale è stata pari a 0.412 nmol/L nel gruppo GAD-alum, 0.382 nmol/L in quello GAD-alum più alum e 0.413 nmol/L nel gruppo solo alum.
I livelli di HbA1c, l’utilizzo di Insulina e la manifestazione e la gravità degli eventi avversi non hanno mostrato differenze tra i gruppi.
In conclusione, l’immunoterapia basata su antigeni con 2 o 3 dosi di GAD-alum nel corso di 4-12 settimane non altera il decorso della perdita di secrezione di insulina nel primo anno nei pazienti con diagnosi recente di diabete mellito di tipo 1.
Benché la terapia basata su antigeni sia altamente desiderabile ed efficace in modelli animali, il trasferimento a una malattia autoimmune umana resta una sfida. ( Xagena2011 )
Wherrett DK et al, Lancet 2011; 378: 319-327
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