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Controllo glicemico nel diabete di tipo 1 durante il monitoraggio continuo in tempo reale del glucosio in un pasto rispetto all’auto-misurazione del glucosio ematico


È stata portata a termine una meta-analisi degli studi per determinare l’efficacia clinica del monitoraggio continuo in tempo reale del glucosio rispetto all’auto-monitoraggio del glucosio ematico nel diabete mellito di tipo 1.

Sono stati inclusi nell’analisi gli studi randomizzati e controllati della durata di due o più mesi che hanno valutato uomini e donne non-gravide con diabete mellito di tipo 1, che hanno comparato il monitoraggio continuo in tempo reale del glucosio rispetto all’auto-monitoraggio del glucosio ematico e che prevedevano lo stesso sistema di somministrazione dell’Insulina in entrambi i bracci.

Gli esiti primari erano la percentuale finale di emoglobina glicata ( HbA1c ) e l’area sotto la curva di ipoglicemia ( concentrazione di glucosio inferiore a 3.9 mmol/L ) durante il trattamento.

Sono stati identificati 6 studi per un totale di 449 pazienti randomizzati a monitoraggio continuo del glucosio e 443 ad auto-monitoraggio del glucosio ematico.

La differenza media generale nell’emoglobina glicosilata per monitoraggio continuo di glucosio versus auto-monitoraggio del glucosio ematico è stata pari a -0.30%.

Un modello di determinanti del livello finale di HbA1c ha mostrato che per ciascun giorno di aumento dell’uso di sensori per settimana l’effetto del monitoraggio continuo del glucosio versus auto-monitoraggio del glucosio ematico è aumentato dello 0.150%; ogni 1% ( 10 mmol/mol ) di aumento nel valore basale di HbA1c ha aumentato l’effetto dello 0.126%.

Il modello ha stimato che, per esempio, un paziente che faccia uso di sensore in modo continuo potrebbe andare incontro a una riduzione di HbA1c di circa 0.9% ( 9 mmol/mol ) quando il valore basale di HbA1c è 10% ( 86 mmol/mol ).

La riduzione generale dell’area sotto la curva di ipoglicemia è stata -0.28, che corrisponde a una riduzione dell’esposizione mediana a ipoglicemia del 23% per il monitoraggio continuo del glucosio rispetto all’auto-monitoraggio del glucosio ematico.

In un modello di regressione, l’area sotto la curva basale di ipoglicemia è risultata solo debolmente associata all’effetto del monitoraggio continuo del glucosio rispetto all’auto-monitoraggio del glucosio ematico sull’esito di ipoglicemia; l’uso del sensore non è risultato correlato all’esito di ipoglicemia.

In conclusione, il monitoraggio continuo del glucosio è associato a una significativa riduzione della percentuale di emoglobina glicosilata, che è risultata maggiore nelle persone con valori più elevati di HbA1c al basale e nei soggetti che hanno utilizzato più frequentemente i sensori.
Anche l’esposizione a ipoglicemia è risultata ridotta durante il monitoraggio continuo del glucosio.
L’uso più costo-efficace o l’impiego più appropriato del monitoraggio continuo del glucosio sembra essere quello che riguarda persone con diabete mellito di tipo 1 che hanno continuato ad avere uno scarso controllo durante la terapia insulinica intensificata e che usano frequentemente il monitoraggio continuo del glucosio. ( Xagena2011 )

Pickup JC et al, BMJ 2011; 343: d3805


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