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Diabete mellito di tipo 2: la Metformina è il farmaco di prima scelta


La Metformina dovrebbe essere il farmaco di prima scelta nella terapia orale per i pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2 che non rispondono ai cambiamenti nella dieta e nello stile di vita.

Un secondo farmaco può essere aggiunto se la monoterapia con Metformina non dovesse essere in grado di controllare l'iperglicemia, ma ci sono evidenze insufficienti per raccomandare un secondo farmaco rispetto a un altro.

Queste le conclusioni delle nuove lineeguida per la gestione del diabete mellito di tipo 2 dell’American College of Physicians ( ACP ).

E’ stato osservato che la maggior parte dei farmaci per il diabete presenta un’efficacia simile nel ridurre i livelli di glicemia.
Tuttavia, la Metformina è più efficace rispetto ad altri farmaci per il diabete di tipo 2 nel ridurre i livelli di glicemia quando usato da solo o in combinazione con altri farmaci.

Negli Stati Uniti, ci sono attualmente 11 classi di farmaci approvati per il trattamento dell'iperglicemia nei pazienti con diabete mellito di tipo 2, e la maggior parte dei pazienti è trattata con più di una classe di farmaci antidiabetici.

Per determinare la strategia ottimale di trattamento è stata condotta un’analisi comparativa di sicurezza e di efficacia degli studi pubblicati tra il 1966 e aprile 2010.

Tutte e tre le raccomandazioni contenute nelle lineeguida sono forti e basate su evidenze di alta qualità.

La prima raccomandazione delle linee guida è quella di mettere i pazienti in terapia orale quando la dieta, l’esercizio fisico e la perdita di peso non sono riusciti a controllare l'iperglicemia.

Non vi sono dati per quanto riguarda il momento migliore per iniziare la terapia per via orale.
I medici dovrebbero tener conto di fattori quali l'aspettativa di vita, le complicanze microvascolari e macrovascolari, il rischio di eventi avversi correlati al controllo della glicemia, e le preferenze del paziente.

Il target di emoglobina glicosilata ( HbA1c ) del paziente deve essere basato su una valutazione del rischio individuale, anche se l’abbassamento del valore al di sotto del 7% è un obiettivo ragionevole per molti pazienti.

Viene raccomandato di iniziare il trattamento con Metformina in ionoterapia, per os.
Anche se le evidenze hanno mostrato che la maggior parte dei farmaci riduce HbA1c a un livello simile, Metformina sembra essere più efficace rispetto agli altri.
Inoltre, la Metformina produce benefici aggiuntivi, tra cui riduzione di peso corporeo, miglioramento del profilo lipidico, e minore incidenza di ipoglicemia.
Tuttavia, la Metformina è associata a un aumentato rischio di effetti indesiderati gastrointestinali.

Quando la Metformina in monoterapia non riesce a controllare la glicemia, può essere utilizzata in combinazione con un altro farmaco orale, dato che non ci sono prove per sostenere una buona terapia di seconda linea rispetto ad un’altra.

Le sulfoniluree, nella formulazione generica, sono i farmaci di seconda linea più economici, ma il loro uso è limitato dagli effetti negativi, in particolare l’ipoglicemia.

L’impiego dei tiazolidinedioni ( Pioglitazone, Rosiglitazone ) è associato a rischi di insufficienza cardiaca.

La combinazione di più di due farmaci non è stata valutata in questa recensione, ed i pazienti con iperglicemia persistente nonostante la terapia orale possono eventualmente aver necessità di assumere Insulina.

Le evidenze di scarsa o insufficiente qualità hanno reso difficile trarre conclusioni circa l'efficacia comparativa dei farmaci sulla mortalità cardiovascolare e sulla mortalità per qualsiasi causa, sulla morbilità cardiovascolare e cerebrovascolare, e gli esiti microvascolari. ( Xagena2012 )

Fonte: Annals of Internal Medicine, 2012


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